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PAROLE PER STRADA

                                    (di provincia)

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Sto guidando e penso ai tantissimi chilometri di recinzione che fiancheggiano le nostre strade. Mi piacerebbe misurarli, in fondo con Google Maps non sarebbe neanche così complesso. Recinzioni di tutti i tipi: dalla più semplice in filo di ferro verde alle più complicate composte da varie parti, color testa di moro o antracite. Tutte distanziate secondo regole precise dalla strada e, sempre secondo regole precise, distanziate dall’abitazione che circondano.

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Io abito in una tradizionale casa a ballatoio lombarda, in pianta si configura come una "L", il braccio lungo abitato e quello corto adibito a cascina. A casa mia non esiste nessun tipo di chiusura (anni fa mi rubarono una bicicletta a cui tenevo molto). Nel cortile, ormai colmo di auto, può passare chiunque e i vicini si incontrano per parlare. In passato questi spazi erano abitati da molte più persone. Dal punto di vista tipologico, l’abitazione prevedeva due stanze per famiglia, una zona giorno al piano terra e una zona notte al piano superiore, raggiungibile dal ballatoio esterno. In questi ambienti coincidevano vita privata, lavoro, tempo libero (mixitè funzionale). Strutture semplici e pesanti, plasmate da anni di storia, ma ancora oggi così contemporanee.
L’urbanizzazione a bassa densità ha diffuso il concetto di
giardino recintato, al cui interno si trova la villetta unifamiliare, bifamiliare o a schiera.
Un’ estrema banalizzazione dell’idea di città-giardino teorizzata da E. Howard nel 1898. 

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Nel nord Italia, dove vivo io, queste tipologie saranno abitate dal 60% della popolazione e il simbolo di queste è la recinzione. Così possiamo sentirci tranquilli, protetti da questo confine fisico dentro il quale possono scorrazzare, senza pericolo, bambini e cani. Il tutto ben separato dalla strada provinciale, piena di finti autovelox, in cui sto sfrecciando a quasi 100 km/h.

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Quello che mi chiedo, guardando queste solide recinzioni fatte da bravi fabbri e riverniciate dai proprietari in quarantena, è se riusciremo a trovare un punto di incontro tra realtà rurali, descritte in film come “Novecento” o “L’albero degli zoccoli” e le nostre privatissime vite in case recinto tipo carcere.

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Testo A.A.
Foto B.B.

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